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L’ILLUSIONE DEL PREZZO

By admin 

il costo dovuto

Come in tanti aspetti della vita, o forse sarebbe più corretto dire della vite, la verità non risiede mai esclusivamente da una parte o dall’altra degli schieramenti in campo ma in una gamma intermedia di sfumature simile a quella che ammiriamo in un calice di vino quando ne analizziamo l’eloquente cangiantismo cromatico.
Generalmente in una bottiglia di alto livello ritroviamo il costo dovuto alla qualità del terroir, all’esperienza dell’enologo, all’attenzione per le rese in vigna, alle pratiche di cantina, alla qualità delle botti, ai tempi di affinamento e a tanti altri dettagli (che poi dettagli non sono) che contribuiscono a determinare il livello qualitativo di un vino. I costi che un produttore decide di sostenere acquistando solo barriques francesi realizzate in rovere di Troncais, Alliers, Limousin o Nevers (Borgogna), sfruttandole al massimo per tre o quattro passaggi (il che significa per tre o quattro vendemmie) per poi dismetterle o magari rivenderle come rigenerate ad altre aziende, entreranno inevitabilmente nel prezzo finale al consumatore. Ridurre le rese per ettaro (meno di 70/80q/ha) di un vigneto per ottenere un mosto più ricco e concentrato a scapito della quantità costringerà il produttore ad alzare il prezzo del prodotto finale per compensare l’impossibilità di puntare sull’alto numero di bottiglie da immettere sul mercato. Una zona particolarmente vocata all’allevamento della vite grazie ad eccellenti caratteristiche pedoclimatiche, ovvero grazie alla sua conformazione geologica, alla distribuzione delle precipitazioni nell’arco dell’anno, alle temperature, alle altitudini, alla presenza o meno di corsi d’acqua, al tasso di umidità o al grado di escursione termica tra la notte e il giorno (tutti elementi fondamentali quando affronteremo la definizione di Cru, Clos e Zonazione), rappresenta un valore aggiunto che ritroveremo nel vino tradotto in termini di qualità, unicità e gradevolezza e che inevitabilmente ritroveremo anche nel costo di acquisto. Un vino rosso che trascorrerà in cantina un periodo minimo di affinamento non inferiore ai 50 mesi prima di essere immesso sul mercato (come avviene ad esempio per il Brunello di Montalcino DOCG e che arriva a 65 mesi per la versione Riserva), sarà un vino ricco di sensazioni complesse, aromi terziari interessantissimi, una struttura matura e potente, tutte qualità che costeranno al produttore una lunga attesa prima di poter iniziare a rientrare dei costi sostenuti. Possiamo dunque affermare che: l’unicità delle condizioni naturali di partenza, la meticolosità e l’attenzione profuse nei processi di raccolta (ad esempio la selezione manuale delle uve) e vinificazione unite ad una scrupolosa organizzazione per la conservazione e l’affinamento determinano, nella maggior parte dei casi, un costo di vendita al consumo più elevato rispetto alla media relativa alla medesima tipologia di prodotto.
Alla luce di quanto detto potremmo concludere che, senza dubbio, un vino “caro” non può non essere anche un vino eccellente; io preferisco affermare che un costo importante aumenta statisticamente la possibilità di imbattersi in un vino ottimo o addirittura eccellente ma non è garanzia assoluta di immunità da cocenti delusioni o aspettative tradite. D’altra parte capita abbastanza frequentemente che prezzi modesti nascondano delle magnifiche sorprese o che etichette blasonate e premiate risultino ben al di sotto delle aspettative. Io credo che non si debba mai dimenticare che, sebbene sia la natura ad offrirci la materia prima e l’andamento climatico a creare i presupposti, è sempre l’uomo, affettuoso allevatore, abile vinificatore e in certi casi vero e proprio alchimista a trasformare un semplice mosto in un nettare unico e ricercato.
Finora abbiamo parlato di qualità delle uve, di unicità del territorio e di esperienza enologica, ma non abbiamo considerato gli aspetti più profanamente commerciali; ci sono dei costi che ritroviamo nel prezzo riconducibili ad aspetti legati alle spese d’importazione (vedi ad esempio gli Shiraz australiani o i famigerati Pinot borgognoni), costi relativi alla distribuzione e al packaging e soprattutto, aspetto tutt’altro che trascurabile, costi derivanti dalle strategie e dagli investimenti pubblicitari. A questo proposito è interessante riproporre una calzante schematizzazione formulata da Morgan Stanley che, sebbene risalente ormai al 1999, rimane ancora perfettamente attuale nelle proporzioni e rende perfettamente ogni singolo elemento che concorre a comporre il prezzo finale di una bottiglia di vino:

Possiamo affermare che il costo rappresenta sicuramente un indicatore da tenere in considerazione quando si decide di acquistare una bottiglia (ad esempio un prezzo troppo basso può nascondere un utilizzo di uve non selezionate, poca cura nelle pratiche di cantina, inadeguati tempi di affinamento, assenza di quei valori aggiunti di cui abbiamo accennato e che costituiscono un costo per chi produce); il mio consiglio è quello di leggere, informarsi e ascoltare sempre chi con passione e pratica può essere definito un esperto e un conoscitore. Non scartate mai un vino IGT (o IGP) solo perché non è un DOCG o un DOC, non vi fidate mai ciecamente dei punteggi e delle recensioni presenti su guide e pubblicazioni specializzate ma fate sempre affidamento sulle vostre capacità gustative (dopo averle apprese ed allenate con costanza), sul vostro istinto e sulla vostra sensibilità… insomma, in una parola, assaggiate, assaggiate sempre, assaggiate spesso e se possibile fatelo in compagnia, perché condividere e confrontarsi dopo un assaggio vi chiarirà le idee molto di più di cento libri sull’argomento. A chiusura di questo paragrafo occorre ricordare come una certa “standardizzazione” (o “internazionalizzazione”) delle caratteristiche gusto-olfattive, necessaria a consentire ad un vino di fregiarsi di una Denominazione specifica piuttosto che di un’altra, ha avuto la conseguenza di incanalare tanti ottimi vini nella categoria più generica di “Vino Varietale” (ex Vino da Tavola) facendoci spesso scoprire, presso enotecari attenti e preparati, dei grandi vini a costi contenuti.


costi vinoVini

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